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I dati aggiornati sui prodotti contraffatti

Postato il5 Mesi fa

Il Servizio Analisi Criminale ha diffuso il report “La contraffazione – Evoluzione del fenomeno criminale sul mercato fisico e online (2018-2022)”, con il quale intende fornire uno strumento efficace nel contrasto al fenomeno. Il documento, presentato nei giorni scorsi presso la Direzione centrale della Polizia Criminale del dipartimento della Pubblica Sicurezza, offre un’analisi dei risultati conseguiti nell’azione di contrasto alla contraffazione, all’abusivismo nel commercio e alla pirateria multimediale sul territorio nazionale. I dati raccolti dalle Forze di Polizia e dalle Polizie locali fanno riferimento agli anni dal 2018 al 2022, un intervallo utile a comprendere l’andamento del fenomeno criminale in questo arco di tempo. È opportuno tenere in considerazione che gli ultimi tre anni sono stati caratterizzati dalla pandemia, causata dal virus Sars-CoV-2, che ha influito profondamente sulla nostra società, variando abitudini e relazioni sociali, ma anche condizionando l’attività delle organizzazioni criminali, modificandone le priorità e modus operandi.

Il comune denominatore di ogni attività consiste nell’aggressione dei patrimoni illeciti

Il report è frutto della sinergia tra la Direzione Centrale della Polizia Criminale e tutti i componenti del Desk Interforze Anticontraffazione, al quale partecipano i rappresentanti dei Comandi Generali dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, della Direzione centrale Anticrimine della Polizia di Stato, dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani), e della Siae (Società Italiana degli Autori ed Editori); un contributo sul fenomeno online è stato fornito dal servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni. Il comune denominatore di ogni attività sviluppata in tale ambito consiste nell’aggressione dei patrimoni illeciti, che rappresenta lo strumento più efficace per colpire l’industria del falso, attraverso sequestri di beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie che costituiscono gli illeciti profitti conseguiti.

Contraffazione, le più colpite in Ue sono le PMI

Dallo studio emerge il carattere transnazionale che ha acquisito la contraffazione, e come la stessa veda sempre più coinvolta la criminalità organizzata. Molto rilevanti i danni che ne derivano al Paese, sia per quanto riguarda la reputazione del Made in Italy che per le conseguenze negative sulla filiera dell’agroalimentare, comparto che ha un valore di produzione di oltre 60 miliardi di euro. Inoltre, il report pone in risalto le ripercussioni sulla società civile – in termini di perdita di posti di lavoro e di pericolo per la salute dei cittadini – ed evidenzia sia la crescita della vendita dei prodotti contraffatti sulle piattaforme online che i possibili scenari connessi alla realtà aumentata (Metaverso). Secondo un recente rapporto diffuso da EUIPO (Ufficio dell’Unione Europea per la Proprietà Intellettuale) in collaborazione con OCSE, in Ue il settore maggiormente colpito dagli effetti della contraffazione è quello delle Piccole e Medie Imprese, soprattutto perché queste non hanno le capacità di potersi dotare di strumenti idonei, utili a tutelare marchi, design e innovazioni. Il report pone dunque l’accento sull’esigenza di predisporre una rete di collaborazione tra tutti gli attori impegnati nella lotta alla contraffazione, che ponga in collegamento, quindi, le Istituzioni, le Associazioni di imprese e del commercio, il mondo accademico e le realtà private in modo che ognuno possa apportare il proprio contributo nelle attività di prevenzione e contrasto alla contraffazione.

Italia, Cina e Turchia i paesi di origine della merce contraffatta

Sotto l’aspetto statistico, nel quinquennio 2018-2022, sono state eseguite 152.397 operazioni di contrasto al fenomeno contraffattivo, delle quali 30.403 sono sfociate in sanzioni di natura penale (20%) e 121.994 in sanzioni amministrative (80%), con il sequestro di merci contraffatte per un valore stimato di oltre 3.375.685.258 €. Il 95% degli interventi (145.088) è stato eseguito in fase di commercializzazione dei prodotti contraffatti, riscontrando che i paesi di origine e provenienza della merce risultano essere, nella gran parte dei casi, l’Italia e la Repubblica Popolare Cinese. Si riscontra, inoltre, un significativo affacciarsi sulla scena della Turchia, dapprima non presente a livello statistico. I soggetti complessivamente coinvolti sono per lo più cittadini italiani (21.674), seguiti da quelli del Bangladesh (18.844) e dai senegalesi (8.634). Relativamente ai soli sanzionati penalmente, primeggiano gli italiani, i cinesi e i senegalesi, mentre i cittadini del Bangladesh risultano maggiormente attivi nel settore dell’abusivismo commerciale, che prevede, generalmente, sanzioni di tipo amministrativo

Contraffazione, il 23% delle merci sequestrate sono giocattoli

Per quanto riguarda la tipologia di merci sequestrate, si rileva che il 49% è rappresentato da beni di consumo, il 23% da giocattoli, il 12% da capi del settore moda, il 13% da oggetti di elettronica ed il 3% da prodotti agroalimentari. Analizzando il numero di interventi per singola annualità, si registra un sensibile decremento delle operazioni effettuate tra il 2018 (49.038 interventi) e il 2020 (15.251), per poi rilevarsi una crescita nel 2021 (20.087) e nel 2022 (23.772, dati operativi). Come si può dedurre, i dati sono influenzati dalle restrizioni e dagli eventi legati alla pandemia da Covid-19. Delle 152.397 operazioni totali effettuate nel periodo considerato, la regione Lazio detiene il primato per numero complessivo di attività (33,6%).

Fonte https://www.leurispes.it/contraffazione-le-prime-vittime-sono-le-pmi/

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